poesia di Lucia Missori - Roma
Luccicano tra la luna e il cielo
sottili fili d’erba
rivestiti di cristallo
e nella notte in cui si perdono
i vampiri all’orizzonte
sette suoni vibrano nel vento
raccontando i giochi oscuri
di un bambino di sei anni
e di una danzatrice.
Soltanto la sua voce
potrebbe cantare questo sogno
tutto nero,
soltanto la sua voce.
E mentre i misteri del bosco
si ritirano sotto la corteccia degli alberi
sette luci bianche
sovrastano la luna
dal nido di paglia in cui il bambino
e la danzatrice
suonano i loro giochi oscuri
sulla tastiera di un pianoforte.
Bianca la loro pelle
come il sole sulla neve,
illuminando questa notte
mostrano
quanto in realtà
ogni notte sia buia.
Soltanto la sua voce
potrebbe cantare questo sogno
tutto nero,
soltanto la sua voce.
Cade un anello
dalle fragili dita
di una donna malata,
mentre s’ingigantisce
sulla sua schiena il fardello
che la schiaccia a terra
come un leone
che schiaccia
un insetto.
Davanti a lei, un ragazzo
dai capelli neri
distrattamente gioca
con i fili di cristallo,
quasi fossero
senza valore,
quasi lui disprezzasse
la fragilità.
Lei lo guarda
e il suo sguardo è una supplica intensa,
ma lui non si ferma
e lascia
che i sottili fili d’erba
rivestiti di cristallo
continuino a ruotare tra le sue belle mani.
Soltanto la sua voce
potrebbe cantare questo sogno
tutto nero,
soltanto la sua voce.
Cade un fulmine a terra
e il ragazzo trema,
un filo si spezza
tra le sue mani fredde
e si chiudono per sempre
gli occhi della donna
la cui vita era appesa ad un filo di cristallo.
Si affievoliscono
le sette luci bianche
che proiettavano in cielo
quel sogno
vissuto dentro un pianoforte,
«Giochiamo con la Morte!»
grida il bimbo
E accoltella la sua danzatrice.
AVVISO
PICCOLO PROBLEMA TECNICO: PREMIAZIONE ALLE 21 e 30
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