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poesia di Rita Pagliara - Pescara



Gettai sassi in uno stagno
e ne osservai anelli concentrici
disegnarsi sul pelo dell’acqua
-pigramente scossa-
Perdendomi in un gioco ipnotico
di increspature e trasparenze…
D’un tratto, torna liscia la superficie
mosso resta il fondo…
Così il sentimento, che non muta
all’eterno volgere di stagione:
volubilità non frenata da ragione
istinto non rischiarato da senno
Libero sfogo dell’emozione
che divampa e invade
come vento vago e leggero
Straniero dell’oggi, profeta del domani
Foriero di eventi, annunciatore fiero
d’imminente battaglia di esito arcano
Mano che non brandisce arma
e non impugna scudo: non attacca né si difende
Avanza, arranca, scala l’erta del sogno
Sospinta non da coraggio ma da premura:
conquista duratura che è gloria tenace
stato di quiete più stabile del bisogno
dove vana è la parola e tutto il resto tace…


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