poesia di Gaetano Biondo - Messina
Chi mi ha dato il cuore
di una bambina di sette anni
evidentemente s'era sbagliato.
Non perchè il mio torace sia adesso
troppo vuoto né perchè
il battito faccia adesso troppa eco
con una cassa così grande
e vacante.
Dico, e lo dico col cuore in mano
(tranquilli! non sanguino che per questo!
mostro che è intatto per farmelo sostituire,
se c'è la garanzia):
gioco tutto il giorno, e corro;
ho tanti amici, ma scarto sorprese sempre più grandi sospirandone maggiori;
Dio per me è quello che sta sopra l'unghia dell'indice di mia mamma,
o adesso in maiuscolo dopo il puntevvirgola.
E la gioia dov'è?
Il piacere delle piccole cose?
Il sorriso che si fa
mettendo nei denti tutta l'anima,
e ti fa
dolce la giornata senza carie.
Io ho pagato queste cose!
Chiavi in mano.
E ricevo
"Chiavi in macchina,
se ce l'hai grossa"
battute, doppisensi, risate.
Avessi firmato con inchiostro simpatico le rate!
Io ho pagato tutto, versato lacrime contanti
al cambio, tutto vorrei:
la piccola intuizione dei secondi che scorrono.
A mollo nella vasca dei giorni
la carne marcisce,
un pò di me lo scarico
trascina via, costante.
La fossa è biologica, e la ritroverò viva.
Ma viva come?
In quale forma?
Di che vita?
Chi mi ha dato il cuore
di una bambina di sette anni
evidentemente s'era sbagliato.
Meglio un organo di chiesa,
fatto di canne:
vibrazioni e poca gente che lo ascolta,
ma io sono un venditore di fumo.
Amo le cene dei parenti
solo per avere un posto dove dire la poesia,
applaudito.
Che il rumore copra.
Copra il petto.
Chi mi ha dato il cuore
di una bambina di sette anni...
...già ora, tra tutto
questo schiaffeggiarsi le mani
per me e questa palla che gira,
un ronzio.
E ne parlo per parlarci sopra.
Ogni pagina lascia un seme là dove cade.
Impedisce di non vivere.
Più forte della natura.
E' un secondo te.
Pipistrello nel labirinto di eco
Cerchi, cieco.
Ennemila volte impigli paia d'ali tra i rovi,
credi l'arrivo, e mai trovi.
Chi mi ha dato il cuore
di una bambina di sette anni...
...non rimango che costretto:
troppo timore del giudizio.
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