di Michelangelo Marchingiglio - Erice
Al crepuscolo è un lievitare di luci
di canti
di suoni armoniosi.
Linguaggi copiosi di gesti,
parole gentili
e calore domestico.
Mentre la nebbia
all’orizzonte avanza,
offusca la vista
e si consuma
attimo per attimo
al biancheggiar del sole,
Pulcino sorride gioioso.
Il suo sguardo
m’intreccia nell’anima
radiose radici,
subito sepolte
da mille pensieri
e
profumi di fiori
e
foglie
e
d’erbe
appena bagnate
da gocce di rugiada salmastra.
Cupe tentazioni
e azioni espiate
con lunghe preghiere
a immagini sacre
tarlate,
sbiadite dal tempo.
Vorrei tanto rivestirti di Sole, amore mio!
Insinuarmi nel tempo…
negarlo
distoglierlo
incoraggiare
furtivamente i tuoi passi
”Prepararti alla vita”.
Noi viviamo il tempo!
Questo suo scorrere continuo,
la sua mutevolezza.
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Tutti noi siamo in lui,
noi stessi, siamo lui.
Rifugiarsi nei ricordi
è refrigerio dell’anima
che cerca l’assoluto.
La memory card
dell’anima
riesce a trasportarti
ovunque,
anche… fisicamente.
E’ come possedere la chiave del tempo,
sollecitarlo
o bloccarlo oltre quella barriera,
laddove si rifugia,
entra in simbiosi,
ritrova Dio.
Possedere la percezione del tempo
è essere vigilanti,
”amarsi”.
E’ penetrare l’anima dell’altro,
”fare ascolto”.
E’ essere luce,
”fare conoscenza dell’amore di Dio”
di ogni suo gesto affidato al tempo,
compagno fedele
impenetrabile.
Il tempo conosce Dio!,
l’ha visto aleggiare,
muoversi,
parlare;
conosce il suo respiro,
ha registrati
i battiti del suo cuore,
le sue emozioni,
le esclamazioni di gioia
mentre crea.
Il tempo,
confidente e amico
l’ha visto innamorarsi della donna
”sua creatura”
sublimata dall’intimità del Suo Spirito,
nella quale trova dimora
e si completa Dio.
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Avere garbata cura del tempo
è essenziale
perché tu non abbia a soffrirne,
quando giunto sarai alla meta.
E’ fatto così il tempo,
Ma…
se l’ami
e ne avrai cura
risponder saprai ai suoi richiami.
Saprai riconoscerne i segni,
scoprirai te stesso
e vivrai bene la tua breve esistenza,
mentre
“io”
tra me e me,
tra mari e mari,
nell’intimità del mio cielo
discinto aspetto.
Aspetto…
Aspetto che l’anima mia
si vesta di verità miracolose,
l’amara attesa mi fa uomo forte,
e padre di poca fede.
* Si parla di crepuscolo mattutino, cioè l’aurora, ma il poeta sottolinea “Crepuscolo”
come buio dell’anima. Durante la notte, infatti, “Pulcino” vive un brutto momento.
Passato il pericolo, tutto è un lievitare di luci, di serenità interiore e quindi “l’aurora”.
AVVISO
PICCOLO PROBLEMA TECNICO: PREMIAZIONE ALLE 21 e 30
[03:21
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