poesia di Tommaso Fantoni
Vieni
tenebroso mantello.
Vieni
lucente inchiostro
e lentamente spegni le luci della città.
Impossessati delle pallide finestre
e con un tocco
allunga l’ombra degli alberi e dei palazzi
affinché caccino il Sole nel suo rifugio di fuoco e sangue.
Eri stanca di startene rinchiusa
nel tuo castello di diamante
suonando in solitudine
le note delle stelle.
Basta
cantare con la voce della Luna.
Basta
armonie di venti freddi.
Il tuo sguardo bramava
nuove luci
e il tuo cuore
nuove melodie.
Oh Notte.
Bellissima Notte.
Hai cercato a lungo
spinta solo da quella piccola nota
che un giorno il fastidioso corvo ti sussurrò all’orecchio.
Ma il povero messaggero non fece in tempo a ripeterla che già era svanita.
Più veloce
di un granello di sabbia portato dalla corrente.
Più rapida
delle stelle che ogni tanto ti diverti a far cadere.
E tuttavia,
chiara come il riflesso di un lago di montagna
e potente come l’ultimo sussulto del profumo prima di diventare respiro.
Credevi che l’armonia perfetta fosse vicina,
magari rannicchiata dietro una nuvola,
o dentro la fredda neve.
Finché finalmente l’hai trovata,
il tuo sguardo si è posato più in basso delle nuvole
lì dove la pioggia finisce la sua corsa.
Essa è impressa nello scontro dell’onda con lo scoglio
e viaggia su di un’aria elettrica attraverso i fili d’erba.
Rapidamente corre
e si riposa soltanto nella voce di una ragazza.
Chi è quella creatura che osa sfidarti?
Come mai le nere note del cielo soccombono davanti alla sue?
Oh dolce Notte,
la guardi
e nonostante tutto
non riesci a odiarla.
I suoi occhi
sono come piccoli diamanti che si spengono in un battito di ciglia.
I capelli
sembrano stelle filanti d’ombra
e il suo sorriso
ricorda la falce di luna che tanto ami negli attimi di malinconia.
Voi due siete così simili in fondo.
Anche lei
come te
preferisce perdersi tra le note di una canzone
piuttosto che tra le parole di una poesia.
Il perché è chiaro:
in fondo la parola è effimera,
fugge via appena la pronunci,
non rimane impressa come il quadro sulla tela.
Se viene sussurrata
scivola sulla lingua,
inciampa tra i denti,
si perde per strada in un respiro
e raramente giunge all’orecchio.
Mentre la musica
è di un’effimera perfezione,
ma nella sua fugacità
l’eterno riposa in un istante.
La passione non ha nemici
e tu,
gentile Notte,
capisci perché anche i muri della città parlano di lei.
Capisci perché anche il vento urla il suo nome
quando viene a riposarsi sotto le tue ali
e perché tutto tace
quando lei inizia cantare con la tua voce.
Il battito dei giovani cuori si affievolisce
per paura di disturbare il magico suono
e la mano del silenzio
si posa sulle bocche invidiose.
Solo un pensiero ti assale poco prima di tornare a dormire:
il tuo unico rimpianto
è quello di non possedere labbra come le sue.
Labbra che possano essere baciate
dal respiro di un angelo passeggero
o solo sfiorate
da quelle di un amico sognatore.
Abbassi lo sguardo per salutarla,
la ragazza sorride
mentre gli occhi rivolti verso l’alto diventano due mezzelune di dolcezza.
Vi fissate per la durata di un battito d’ali.
La sorte ha voluto che vi uniste sotto il cielo,
come note
in un pentagramma di luci ed ombre.
Legate per sempre dall’armonia di una ballata
che solo la notte
e la ragazza
conoscono
e che neanche l’oscurità della morte
potrà mai distruggere.
AVVISO
PICCOLO PROBLEMA TECNICO: PREMIAZIONE ALLE 21 e 30
[23:53
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