Poesia: "Noi le diremo"

poesia di Jessica Mazzotti - Cascina (PI)






Cara Je,

ti scrivo per raccontarti una di quelle storie che sciolgono i nodi ai capelli.

Tornando a Pisa sulla nave-cargo Balena,ho incontrato un personaggio straordinario.

Si chiama Noile ed è una donna cannone.

Mi ha raccontato la sua tristissima e bellissima storia.

Noile è così magra che non riuscivo a vederle l’ombra e mentre parlava gesticolando avevo l’impressione di sentire il cristallino tintinnio delle sue ossa.

Dice che la credenza che le donne cannone siano grasse o almeno robuste, è una leggenda quanto quella dei telefoni senza fili.

Il suo colore preferito è il verde e lo mostra con orgoglio dappertutto: valigia verde,converse verdi,occhi smeraldo,papillon verde prato.

Offre a tutti caramelle alla menta.

È una vecchietta dolcissima che usa un sacco di citazioni che annota sul retro di un calendario antico.

Non porta mai l’orologio perché segue le stelle e va matta per il prezzemolo che ho trovato in tutti i suoi panini da viaggio e tra i denti di chi ha baciato lungo il tragitto.

Esattamente 36 anni,72 ore,e 19 minuti prima del nostro incontro un uomo le cambiò la vita.

Si chiamava Dante,ed era un affascinante tirolese ammaestratore di elefanti.

Lei era giovane e bella come l’amore la mattina.

Il circo intero le sognava dietro per quella sua bellezza da canzone perduta.

Un giorno, scivolò su una moquette di arachidi e lui,pronto,la salvò da una bella caduta.

La prese sulle ginocchia per accertarsi che fosse tutta intera e per la gola,offrendole un tramezzino uova e prezzemolo.

Il loro fu un amore intenso. Mi ha raccontato particolari deliziosi: per il compleanno, lui le regalò un mazzo profumato di prezzemolo,per celebrare la sua bellezza le costruì una statua d’estathè,tatuò ‘Noile e Dante’ sul culo dell’elefantessa preferita.

Lei nell’intimità barriva per lui e per l’onomastico gli regalò dei calzini caldi.

E si dicevano frasi come:’Sei bello come piangere durante un bel film d’amore.’

Ma ahimè,gli amori circensi,mi ha rivelato, sono come una torta squisita:tremendamente effimeri.

Nella compagnia arrivò una trapezista tutta curve,brillantini e perizomi.

Si chiamava Giuliana,ma per darsi ulteriori arie, si annunciava come Julie.

Nel giro di poco la roulotte di Dante era scossa dal ritmico amore di Julie.

Noile provò tutto per riconquistare il suo amore. Si fece sparare in cielo urlandogli poesie di Catullo,lo pregò in ginocchio e in giapponese ,pianse ettolitri di lacrime,ingaggiò un coro tirolese che tutte le sere gli faceva la serenata con ‘Perdere l’amore’.

Ma fu tutto vano,Dante era stato inebriato dall’abilità di Julie nel..cucinare i saltimbocca alla romana.

Noile prendeva molte sbornie ad assenzio per questo.

Quando una sera,però,li sorprese a ridacchiare sui calzini caldi,suo regalo a Dante, si infuriò.

Con un canto caraibico imparato in Patagonia,aizzò gli elefanti contro quei due che scapparono in un batter d’ali senza tornare mai più.

Sfortuna volle che il direttore del circo la licenziò in tronco.

Noile non sapeva fare altro,al massimo un po’ di artisanat intrecciando qualche penna d’uccello,e visse di stenti in una casetta al limitare di un bosco, fino a che non lesse sul giornale una notizia parecchio impertinente.

Dante e Julie erano diventati ricchi e famosi raccogliendo e mettendo su disco richiami di animali da tutto il mondo. Ringraziavano per l’idea una pazza rachitica.

Scusò Dante perché capì che il successo e i perizomi lo avevano deviato,ma non Julie.



Più di un mese fa è salita sul mezzo di trasporto che partiva prima,questa nave, in cerca di vendetta.

Con la tranquillità con la quale si annuncia che il latte è finito,mi ha dichiarato solennemente che avrebbe trovato e ucciso quella sfavillante Giuliana.

E si sarebbe ripresa i suoi calzini.



Mentre la salutavo con tre baci,le ho visto nella pochette un silenziatore.



Non si dovrebbe mai ridere su un paio di calzini,soprattutto se donati con amore.

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